Autospurgo: quali permessi servono per svolgere l’attività

Le aziende che si occupano di autospurgo eseguono perlopiù tre tipi di azioni: la disostruzione e la pulizia delle tubature, l’aspirazione e il trasporto, e la gestione degli impianti.

Questi interventi richiedono, ognuno, determinati requisiti, specifiche attrezzature e alcuni permessi necessari per svolgere l'attività di autospurgo a Roma secondo le norme vigenti.

Come funzionano disostruzione e pulizia?

L’intervento di disostruzione e pulizia di una tubatura è necessario per eliminare i residui di cibo e di olio nelle colonne della cucina, residui di vario tipo e oggetti caduti nel wc nelle colonne dei bagni; foglie, rifiuti, e terriccio nelle colonne pluviali. In queste situazioni si interviene mediante il Canal-Jet, una sonda tecnologica che immette dell’acqua ad alta pressione nelle tubature. Il getto rimuove tutto quello che trova, eliminando così l'ostruzione e ripristinando il deflusso corretto delle acque nelle colonne. La potenza e la grandezza del Canal-Jet dipendono dalle tubazioni e dal tipo di intervento.

Quindi, per svolgere questa attività di autospurgo, la ditta deve essere dotata di diverse sonde in grado di disostruire ogni tipo di tubatura.

Spurgare i pozzi neri

Per spurgare i pozzi neri è necessario effettuare aspirazione, trasporto e smaltimento dei rifiuti classificati mediante il codice Codice Europeo Rifiuti (CER) nelle acque biologiche oppure nei fanghi.

Nel caso di un'attività di ristorazione, in base alle leggi, le ditte devono avere un degrassatore apposito, ovvero una vasca in cui far confluire tutti gli scarichi delle cucine. All’interno vi sono grassi e olii che devono essere separati dall'acqua e condotti negli impianti di smaltimento. Invece, l’acqua va smaltita nell’apposito depuratore.

Svuotamento di degrassatori, fosse biologiche e pozzi neri rientrano nelle attività di autospurgo, però sono ben diverse fra di loro e non vanno confuse. Le attività di depurazione e di spurgo, inoltre, non sono simultanee e vanno effettuate separatamente.

Ad esempio, se l'azienda non possiede un depuratore interno, si devono portare i rifiuti al centro di depurazione. Per eseguire questo intervento è necessaria l'iscrizione al Ministero dei Trasporti ed il relativo permesso al trasporto di questi materiali.

In seguito, bisogna chiedere al Ministero dell'Ambiente un'autorizzazione al trattamento dei rifiuti, a scadenza quinquennale. Inizialmente i permessi comprendono i materiali più comuni come i grassi delle mense o le acque biologiche. Per i materiali più delicati, la richiesta è subordinata al fatturato dell’azienda e al tipo di rifiuto.

Depurazione e manutenzione degli impianti

Nell’impianto di depurazione confluiscono le acque da trattare.

Innanzitutto, le parti solide che vengono separate sono riutilizzate come fertilizzanti nell’agricoltura oppure come combustibili nelle industrie, invece, le acque depurate vengono riversate nei ruscelli naturali. Per svolgere queste attività è indispensabile l'iscrizione all'Albo dei Trasportatori per conto terzi e alla Motorizzazione, per l'immatricolazione di almeno una cisterna.

Pasquale Verrazzi

Sono uno scrittore e un giocatore, un buongustaio e un viaggiatore, un amante dei gatti e un fornaio dilettante.

Learn More →