I protesti sono degli atti pubblici con cui l'ufficiale giudiziario acclara il mancato adempimento, da parte dei debitori, di quanto dovuto in base a ciò che è stato previsto in un titolo di credito.

La cambiale, il vaglia o l'assegno bancario, sono tutti titoli di credito che incorporano al loro interno un diritto di credito consentendone la sua rapida e sicura circolazione e garantendo al loro legittimo possessore il diritto di ottenere il pagamento della somma indicata, alla scadenza e nel luogo previsti.

Una delle principali caratteristiche dei titoli di credito è che sono dei titoli esecutivi, ciò vale a dire che in caso di mancato pagamento il portatore del titolo potrà direttamente esercitare l'azione di regresso nei confronti del debitore per cercare così di ottenere il recupero delle proprie somme.

Purtroppo la mancata ottemperanza dei debiti è una situazione non così sporadica che riguarda non solo persone fisiche ma anche aziende.

Ma vediamo adesso in concreto come avviene il protesto di aziende e persone fisiche, la differenza tra i due e quali sono le sue conseguenze.

Protesti aziende e persone fisiche: come avviene l'iscrizione nel Registro Protesti

Se si emettono assegni scoperti o a vuoto oppure si pagano in ritardo una o più rate di un mutuo o di un finanziamento, si viene denunciati e si va inesorabilmente incontro alla procedura di protesto, sia che il debitore sia una semplice persona fisica che un'azienda.

Gli ufficiali che constatano il mancato pagamento (notaio, ufficiale giudiziario o segretario comunale) hanno l'obbligo, alla fine di ogni mese, di trasmettere alla Camera di Commercio competente per territorio l'elenco dei protesti verbalizzati con l'indicazione del nome, cognome, data di nascita, luogo di nascita e domicilio del debitore, se si tratta di persona fisica, oppure solo denominazione e indirizzo se il debitore protestato è un'azienda.

Ovviamente il protesto è anche soggetto a pubblicità, al fine di tutelare chiunque abbia rapporti economici con il protestato. A tal fine, entro 10 giorni dalla trasmissione dell'elenco da parte dell'ufficiale alla Camera di Commercio quest'ultima procederà all'iscrizione dei protesti nell'omonimo Registro Protesti.

Protesti aziende e persone fisiche: differenza e conseguenze

Nel momento in cui una persona fisica o un'azienda viene iscritta nel Registro Protesti diviene praticamente impossibile per lei ottenere nuovi finanziamenti o mutui.

Per questo motivo diventa di fondamentale importanza richiedere la cancellazione del protesto dall'apposito Registro.

Per fare ciò, sia la persona fisica interessata che l'azienda, deve rivolgersi al Tribunale territorialmente competente per ottenere un decreto di cancellazione, dopo aver naturalmente ottemperato al pagamento del debito.

Con il documento ottenuto dal tribunale ci si potrà così rivolgere all'Ufficio Protesti che dovrà procedere alla cancellazione del protesto entro il termine di 25 giorni dalla presentazione della domanda.

L'iter è praticamente identico sia per le persone fisiche che per le aziende, l'unica differenza è data dal termine entro il quale si può ottemperare al pagamento del debito e chiedere così la cancellazione del protesto.

Per le persone fisiche il termine è di solo un anno dall'iscrizione nel Registro mentre le aziende possono chiedere la cancellazione entro 5 anni dall' adempimento del debito.

Essere iscritti nel Registro Protesti ha conseguenze decisamente molto gravi. Si pensi ad esempio ad un'azienda protestata, difficilmente questa potrà ottenere prestiti, dilazioni di pagamenti dai fornitori e addirittura aprire nuovi conti fino a quando non otterrà la cancellazione del protesto che, occorre dirlo, non è affatto una procedura semplice tanto meno veloce.

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